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LA DAMA INATTESA
Si aprono fragili, liquide prime luci di sonno.
E scoprono, studiano...nutrono questo feto di suoni
che portò la marea: lo chiamò dallo stomaco e lui si alzò.
Scalpita, scolpito e plastico, un giorno libero...
I vuoti a perdere li ho messi tutti via perché non vinsero,
poi dissi "aspettami che vengo a prenderti".
E capita, devi ricrederti, perché sapevo già come difenderti.
Ci vuole un livido per non sentirsi fuori,
un pugno all'anima per non disperdersi.
Crescono, scalciano, scaldano respirando sul letto.
Cercano, guardano... vivono poco come un insetto
e muoiono in un attimo... Ma imparai a non chiudermi
e mi svegliai... agile, con gli occhi ad asola:
un gesto rapido sul fermo immagine!
E al cielo chi è di cielo: ci sono stato spesso,
svelto a rubare un soffio in cima agli alberi.
E lasciami bruciare un'altra notte
per traghettarmi all'alba finché so reggermi...
per darti un altro fiore che ti colori il mondo,
mi costa un po' di sonno... Siediti in un angolo!
Non so mai quando attenderti per prenderti.
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